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Testing Lab - Analisi della efficienza e della stabilizzazione della PSU Enermax Revolution 85+
a cura di Francesco Venuti | 10/04/2009 | Fornitore: Enermax Italia
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Topologia, componentistica e soluzioni tecnologiche

Pur disponendo di un design estetico particolarmente curato è tuttavia l'ispezione visiva rivolta all'interno dell'alimentatore a porre in risalto le migliori doti del componente. La manifattura è di ottima qualità, al pari della componentistica. Quest'ultima risulta essere molto ben disposta nonché adeguatamente raffreddata con heat sink allocati nello stadio di trasformazione,  sui transistor di potenza e sulla sezione dello stesso PFC (Power Factor Corrector), che corregge eventuali derive (cali di potenza, ndr) dovute all'innalzamento delle temperature di esercizio.

Sul PCB fanno bella mostra di se, come si evince dalla prima delle foto che seguono, due trasformatori toroidali avvolti in aria, che i progettisti Enermax hanno utilizzato per la generazione della tensione a +12V. Quest'ultima viene erogata al carico attraverso 6 linee indipendenti, ciascuna delle quali ha una portata nominale pari a 30A. E' evidente che una simile potenza in gioco è in grado di soddisfare la richiesta di qualsiasi scheda video, in configurazione standard e in SLI, attualmente sul mercato nonché di sostenere, contestualmente e senza alcuna problematica, decine di periferiche di varia natura, catene di dischi in primis. 

La generazione delle tensioni a +3.3V e a +5V, in corrispondenza delle quali il sistema può erogare una corrente nominale massima di 25A, è effettuata in maniera indipendente attraverso uno step down, piuttosto che mediante trasformatori classici. Ed è proprio l'ausilio di tale tecnologia che ha permesso ad Enermax di implementare un alimentatore in grado di abbinare una potenza in uscita di notevole livello ad un ingombro fisico molto limitato.

Tra gli altri componenti capaci di catturare la scena vi sono tre grandi induttori con elevato numero di spire di rame smaltato avvolte su un nucleo in ferrite e altrettanti condensatori elettrolitici da 220uF 400V @ 85°, nonché alcuni ponti raddrizzatori. Questi dispositivi contribuiscono alla conversione del segnale di potenza dal mondo dell'AC a quello della DC, ed in particolare al filtraggio delle componenti spurie da un lato e alla limitazione delle correnti di ripple dall'altro.

Completa l'equipaggiamento del PCB la logica riguardante la gestione dell'alimentatore dal punto di vista delle protezioni: il circuito Safe Guard è in grado di proteggere l'alimentatore da ben otto tipi di malfunzionamento - OCP, OVP, AC UVP, DC UVP, OPP, OTP, SCP e SIP - che, in assenza di protezioni, potrebbero determinare la rottura dell'hardware. Segue il significato degli acronimi citati in precedenza.

  • OCP: Over Current Protection (protezione da sovra-corrente), ovvero limita a un determinato valore la corrente erogabile su una linea dell'alimentatore;

  • OVP: Over Volt Protection (protezione da sovraccarichi di tensione), nel caso in cui le tensioni in uscita salgono sopra i livelli di guardia preimpostati (10% circa nelle linee +5V, +12V1, +12V2 e +3.3V);

  • AC UVP e DC UVP: protezione da calo di tensione (UVP), l'alimentatore si spegne se la tensione di rete cala sotto i 75V per evitare di bruciare sia lo stadio d'ingresso dell'alimentatore sia l'impianto elettrico;

  • OPP: Over Power Protection, shutdown automatico in caso di sovraccarico di potenza erogabile (generalmente oltre il 30%);

  • OTP: Over Temperature Protection (protezione da surriscaldamento), salvaguardia l'alimentatore in caso di surriscaldamento (il livello di guardia è fissato a 90°);

  • SCP: Short Circuit Protection (protezione da cortocircuito);

  • SIP: Session Initiation Protocol, protegge il sistema da sovraccarichi di alimentazione di memoria e cpu.

L'intero circuito stampato è sovrastato da una imponente ventola realizzata in tecnologia "ball bearing" che, facendo ricorso a due o più cuscinetti per il supporto della movimento del rotore, garantisce non soltanto l’adeguato raffreddamento nelle condizioni più estreme ma anche una maggiore affidabilità rispetto alle soluzioni che invece sono ottenute con l'ausilio della tecnica dello "sleeve bearing".

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